martedì 18 agosto 2009

I killer della creatività

Teresa Amabile: I Killer della creatività
1) Sorveglianza: non far sentire i bambini sotto controllo.
2) Valutazione: non alimentare ansia e preoccupazione per il giudizio degli altri.
3) Ricompense: i premi e le ricompense non devono essere usate in modo esagerato perché tolgono ai bambini il piacere intrinseco di fare le cose per il piacere di farle.
4) Competizione: non bisogna creare situazioni in cui si mettono i bambini nelle condizioni di vittoria o di perdita. Ogni bambino ha i propri ritmi e le proprie capacità che devono essere rispettati.
5) Eccessivo controllo. L’insegnate deve essere guida e riferimento ma non deve invadere e controllare il percorso didattico. Ad ogni bambino deve concedere la libertà di procedere: dagli errori si impara.
6) Limitare le scelte. I bambini vanno lasciati liberi sulle scelte e sugli interessi. All’insegnate il compito e il limite di sostenerli.
7) Deprivazioni di tempo: Dare limiti di tempo vuol dire condizionare il processo creativo. Il tempo da dedicare ad una attività deve essere illimitato.

Gli insegnanti creativi

L'insegnante creativo è:
1 aperto e anticonformista:il suo comportamento funge da modello;

    2 deve possedere tecniche generali e specifiche nella disciplina dell'insegnamento;

    3 deve facilitare il confronto e la comunicazione interpersonale;

    4 deve favorire la collaorazione tra gli alunni e non la competizione

    5 adoperare metodologie pratiche che sviluppino la creatività;

    6.essere aperto a nuove proposte originali e diverse;

    7.deve curare attivamente la propria preparazione ed essere aperto a nuovi interventi culturali



La creatività secondo l Associazione Luce (borgosantollo)

"Essere Bambini" - Laboratorio espressivo -In questi anni di lavoro profondo con "chi cresce" abbiamo avuto la possibilità e l'opportunità di creare dei laboratori espressivi per LORO: i bambini, i fanciulli e gli adolescenti. Laboratorio inteso come spazio di libero movimento interiore ed esteriore dove chi cresce può soddisfare i suoi bisogni. Il laboratorio permette di esprimere le emozioni, gli stati d'animo, senza che la persona che lo frequenta si senta criticata, giudicata e colpevolizzata, ma compresa, amata e valorizzata. In questo spazio, inoltre, viene data la possibilità di trasformare situazioni di disagio in RISORSA. Si offrono pertanto strumenti operativi, tecniche e strategie di crescita, nel corpo, nella mente, nel cuore e nello spirito. Il laboratorio espressivo permette a chi cresce di venire a contatto con le sue emozioni, le sue qualità, le sue capacità e la sua creatività.
Ciò gli consente di trovare uno "spazio libero" dove poter incontrare se stesso, la propria infanzia, la propria fanciullezza, la propria adolescenza, la propria famiglia e parte della comunità in cui vive. I percorsi offerti nel laboratorio riguardano: l'arte, la proiezione grafica, le favole, la corporeità, la drammatizzazione, la visualizzazione creativa, il colore, il rilassamento, la psicomotricità e i giochi espressivi.
Anche l'espressione delle emozioni quali la paura, la tristezza, la rabbia, la gioia, l'allegria, l'amore. Espressione delle emozioni anche come espressione della propria affettività. Come operatori educativi crediamo che è possibile dare ai soggetti in età evolutiva degli strumenti per esprimere costruttivamente ciò che si ha dentro di sé e delle strategie per affrontare e trasformare le difficoltà e i disagi quotidiani. Non solo: il nostro obiettivo è anche quello di favorire in Loro il potenziamento delle emozioni positive, in modo che siano in grado di ridurre l'insorgere di stati d'animo dannosi. Chi cresce raggiungerà così una competenza: quella della gestione delle proprie emozioni. Il "piccolo bambino interiore", mantenendo la sua emotività, impara a viverla serenamente invece di esservi assoggettato, al fine di acquisire il suo BEN-ESSERE.
Vivere consapevolmente il presente con le proprie risorse (qualità dell'essere), trasformare il passato e andare verso il futuro con fiducia, coraggio e gioia. Questo è ciò in cui crediamo. Il nostro approccio pedagogico è olistico. La nostra attenzione alla persona è globale: al suo corpo, al suo cuore, alla sua mente e al suo spirito. Ed anche le attività proposte nei laboratori vanno in questa direzione: c'è uno spazio per l'espressione corporea, per il dialogo, per la creatività….. PER NOI FAVORIRE LA CREATIVITA' DI CHI CRESCE E' UNA TESTIMONIANZA DI AMORE E DI FIDUCIA.I percorsi offerti nel laboratorio riguardano: l'arte, la proiezione grafica, le favole, la corporeità, la drammatizzazione, la visualizzazione creativa, il colore, il rilassamento e i giochi espressivi. In particolar modo due i percorsi per chi cresce: "L'Albero che cresce e che si espande" dai 4 ai 14 anni "Pensieri ed Emozioni in cambiamento" dagli 8 ai 18 anni Tempi: percorso individuale di un'ora a frequenza settimanale o quindicinale. Che significa avere stima di sé? Significa piacersi, accettarsi così come si è. E' conoscere se stessi, è essere liberi da aspettative e giudizi, è trovare il proprio tesoro, le proprie qualità come piccole pietre preziose e non avere timore di esprimerle, anzi, averne la capacità di farlo. E' la consapevolezza di valere indipendentemente da ciò che facciamo, dalle decisioni che prendiamo e da quello che gli altri dicono di noi. E' una costellazione di competenze, interiori e relazionali, che si fonda su una profonda percezione di sé e si manifesta attraverso azioni in sintonia con la nostra natura per come essa è nel qui ed ora. E' in relazione con una costante centratura dentro noi stessi in modo che, muovendoci nella vita, non si avverta la dolorosa sensazione di essere in balia degli eventi. I suoi messaggi principe sono: IO VALGO, IO SONO. L'autostima è un processo. Se noi cresciamo, ci evolviamo, cambiamo, anche lei ed il suo valore cambiano. L'autostima nasce da un buon rapporto con se stessi, dalla capacità di vivere il presente. Si manifesta con fantasia, creatività, buonumore, energia e salute.
Le persone che per prime e con un'incisività unica nell'importanza del ruolo che rivestono, pongono le fondamenta dell'autostima sono i genitori. Per questo mi rivolgo a loro, per questo il mio approccio nel promuovere un'educazione di cuore è familiare: senza il contributo di papà e mamma i figli si sentono insicuri, come dicevo prima, in balia delle emozioni. I bambini hanno bisogno di modelli di riferimento, di essere riconosciuti, di essere accettati per quello che sono. Hanno bisogno di essere amati. Nella mia esperienza personale e professionale ho capito e sentito che l'unica cosa che possiamo fare per i nostri figli è di aiutarli a far emergere ciò che è già dentro di loro.
E' ricondurli alla loro essenza. Nel loro cuore c'è tutto quello che ogni adulto vorrebbe: spontaneità, freschezza, gioia profonda, gioco, amore per la vita, capacità di essere nel momento presente, di far tornare il sorriso dopo aver vissuto un dolore, di vivere con semplicità la vita e di goderne totalmente. Ma durante la crescita tutto ciò si può perdere e la magia dell'incanto svanisce! Per questo proponiamo nel laboratorio espressivo come prima fase il percorso sull'autostima. Auto = da solo riconosco il mio valore Stima = valoreNei bambini e negli adolescenti l'autostima è in fase crescente. Appunto per questo, che va supportato il valore di chi cresce con un messaggio Io, emozionale che non colpevolizza e giudica. Se l'adulto e in particolar modo il genitore riconosce le proprie emozioni, potrà riconoscerle nel figlio. Se riesco, come adulto a esprimere me, ciò che sono con le emozioni che provo, anche la creatività avrà modo di esprimersi. Se esprimo creatività riconosco in me delle qualità e, dunque, aumenta l'autostima. E poi, naturalmente, avviene il "travaso emozionale" nel figlio. Ma può succedere che l'adulto, per vari motivi, si "perda per strada". Il nostro sostegno psicopedagogico è quello di fare in modo che i genitori, nonostante i momenti di disagio che la vita presenta, possano far RITROVARE NEI LORO BAMBINI IL LORO TESORO UNICO ED IRRIPETIBILE, che crescano vicini al loro cuore, al sentire e al sentirsi, che imparino a conoscere, senza temere il loro universo interiore popolato da emozioni, sensazioni, pensieri…. Possiamo fare molto se li aiutiamo a sentire e poi a comprendere la loro unicità, il loro valore assoluto, i loro talenti, senza alcun fine se non quello di stare bene con se stessi, di amarsi, di conoscere e rispettare i propri bisogni e di imparare a essere responsabili della propria vita, a partire dalle cose più piccole. Questo è anche ciò che permetterà loro di amare realmente, di provare soddisfazione e appagamento in qualunque cosa si cimenteranno. E' ciò che auguro anche ad ogni adulto……in fondo ad ogni adulto c'è un piccolo bambino che vuole essere coccolato ed amato! I semi dell'Amore e della Libertà germogliano in un cuore ben nutrito! "Farò ogni sforzo per vedere chi sono veramente i miei figli e per ricordarmi di accettarli per come sono ad ogni età, invece di lasciarmi accecare dalle mie aspettative e paure….Così posso aiutarli a crescere e a realizzare il loro potenziale di essere unici" (John Kabat Zinn).
A cura di Maura dott. Quadri Pedagogista e Presidente dell'Associazione Luce

Articolo tratto da un sito internet

Il disordine nei bambini, inviolabile creatività.
Se avete dei bimbi che vanno all’asilo ed hanno già la loro cameretta, probabilmente state cercando di educarli ad essere ordinati, a rimettere sempre a posto i giocattoli, a non lasciar mai niente in giro per la casa. Vi stupirete ma ,in realtà, i bambini hanno bisogno di un certo disordine. Nel loro caso, infatti, non si tratta di mancanza di rispetto per l’ambiente né verso le persone con le quali vivono insieme. E’, semplicemente, una manifestazione di vitalità e creatività. Non dimentichiamo che la stessa Vita è nata dal Caos. Nello stesso modo, dal caos,prenderanno forma le soggettività dei fanciulli. Se non permettiamo loro di vivere il Caos, non riusciranno a capire chi sono. E’ necessario perdersi per poi trovarsi. Confondere, in qualche modo, la propria identità con quella di altre cose ed entità per poi scoprire e stupirsi di averne una ben distinta e caratterizzata. I bimbi, nel “disordine” di azioni, giochi,travestimenti, mescolano identità ,forme, concetti. Mescolano per poi, un giorno, forgiare sé stessi. Lasciate che mescolino, confondano un po’ tutto, rivisitando le precise abitudini del quotidiano che avete imposto anche a voi stessi. Non è mia intenzione incitarvi a non aver cura della casa, tutt’altro. Semplicemente, sarebbe bello se aggiungeste, a questa, una certa creatività e spazialità di contenuti. Questo vuol dire rinunciare all’idea di casa “museo” e farle respirare un’aria più umana, dinamica, meno perfetta, probabilmente più calda. Se proprio non riusciste a trovarvi a vostro agio in una tale abitazione, non mancate, in ogni modo, di adibire un’intera stanza dell’appartamento per la fantasia dei fanciulli e l’eventuale “disordine”. Una stanza in cui, una volta chiusa la porta, è possibile dar sfogo a bizzarrie cromatiche, disegni sui muri,accostamenti provocatori nonché dove sia lecito seminare sul pavimento variegati tappeti di giocattoli e qualsivoglia oggetto . Concedete e concedetevi il lusso della fantasia e del disordine, se pur in una camera soltanto. Questa novità, apporterà alla famiglia intera e non soltanto ai bambini, una brezza insperata di vitalità e buon umore. Vi sentirete più liberi di comunicare, di ridere tra di voi; probabilmente vi sentirete più liberi di gioire nella Vita. Perché avrete ritrovato la spontaneità e tramite questa, parte di voi stessi.
Pubblicato 05 settembre 2007

mercoledì 28 gennaio 2009

Gioco e vita emotiva

La ricerca psicologica, come ha analizzato i rapporti fra attività ludica e sviluppo intellettuale (e anche sociale, dato che la socializzazione richiede la maturazione delle capacità cognitive or ora considerate), così ha cercato di delineare quelli fra attività ludica e sviluppo affettivo ed emotivo. È nota l'interpretazione che Freud ha dato del gioco, e in particolare del gioco simbolico (ma, per Freud, anche giochi percettivo-motori possono caricarsi di un simbolismo inconscio). Da un lato, il timore o l'ansia che un bambino prova nei confronti di determinate cose possono venire ridotti, e quindi gradualmente dominati, attraverso la ripetuta rappresentazione ludica della situazione che è alla loro origine. Da un altro lato, impulsi o desideri che non potrebbero trovare soddisfacimento sul piano concreto, perché l'ambiente fisico o sociale non lo consentono, possono esprimersi su oggetti-simbolo (per esempio, l'aggressività verso un membro della famiglia può trovare espressione nel trattamento riservato a un bambolotto). In entrambi i casi il gioco assicurerebbe un migliore equilibrio emotivo. Anche l'utilizzazione ludica di particolari oggetti può costituire un elemento di facilitazione, una importante fase di transizione per il costituirsi di positivi rapporti affettivi. D.W. Winnicott ha proposto appunto il termine di “oggetti transizionali” per indicare quei bambolotti, fazzoletti, coperte ecc. che molti bambini desiderano avere sempre con sé e dai quali ricavano un senso di sicurezza, quel senso di sicurezza che più avanti verrà loro dai buoni rapporti affettivi che saranno in grado di stabilire con le persone. La natura del gioco in quanto attività sostitutiva è stata sottolineata anche da K. Lewin. Il bambino, osserva Lewin, passa più facilmente dell'adulto dal piano della realtà al piano dell'irrealtà, cioè della rappresentazione modificata delle situazioni in cui è immerso nella vita reale; e su tale “piano di irrealtà” si muove in modo libero e con ritrovato senso di sicurezza. Il gioco offrirebbe la possibilità di esprimere desideri o tensioni che non avrebbero sfogo altrimenti.La consapevolezza degli stretti rapporti fra attività ludica e vita psichica ha portato all'utilizzazione del gioco, in sede sia psicodiagnostica sia psicoterapeutica. L'analisi del comportamento ludico di un bambino offre infatti indicazioni sul livello del suo sviluppo motorio e intellettuale e permette di cogliere aspetti essenziali della sua vita emotiva e affettiva. Inoltre, la graduale presa di coscienza da parte di un bambino dei sentimenti da lui vissuti o fatti vivere ai personaggi del gioco può (come é stato sottolineato da Anna Freud e da Melanie Klein) avere una funzione terapeutica, o costituire un importante momento diagnostico

Il gioco espresione di creatività

Il gioco è molto più che un semplice divertimento, è anche creatività, fantasia, apprendimento, crescita, socializzazione, scoperta e conoscenza di se stessi e dell'ambiente in cui si vive.
Non deve quindi essere considerato un'esperienza futile e dispersiva, ma uno strumento attraverso cui l'individuo impara a conoscere e contemporaneamente prende le distanze dal mondo, partecipa all'esperienza del rapimento e, nel porre in gioco se stesso e la realtà, si conosce e la conosce meglio.
Il gioco permette lo sviluppo delle abilità manipolatorie dovute all'uso particolarmente sviluppato delle dita, dell'immaginazione e può rappresentare uno dei principali metodi di apprendimento poiché spinge il bambino ad interagire con l'ambiente che lo circonda e di conseguenza a conoscere le svariate sfaccettature della realtà. Per i bambini non c'è alcuna differenza tra il gioco e ciò che un adulto potrebbe considerare come un lavoro. I bambini, ad esempio, si divertono ad aiutare i loro genitori nei lavori domestici così come si divertono a maneggiare i giocattoli. Solo più tardi, una volta che giungono ad associare un'attività alla ricompensa, essi iniziano a considerare quel comportamento in vista di benefici a lungo termine piuttosto che per la gratificazione immediata.
Ciò è dovuto allo sviluppo di abilità cognitive che consentono al bambino di vedere il legame tra causa ed effetto.
Il gioco è significativo per lo sviluppo intellettivo del bambino, perché il bambino, quando gioca, sorprende se stesso e nella sorpresa acquisisce nuove modalità per entrare in relazione con il mondo esterno. Nel gioco il bambino sviluppa le proprie capacità intellettive. A seconda dell'età, il bambino nel giocare impara ad essere creativo, sperimenta le sue capacità cognitive, scopre se stesso, entra in relazione con i suoi coetanei e sviluppa quindi l'intera personalità.

la creatività e socialità


La creatività del bambino non si sviluppa solamente nell agenzia di socializzazione primaria (famiglia) ma anche a livello sociale ossia nell amibito non formale e informale(scuola e realtà sociale).

Perchè si realizzi tale processo è indispensabile che il contesto non sia letto solamente da un punto di vista fisico ma anche da un punto di vista emotivo-affettivo.

Più il contesto è sereno,tranquillo ed empatico il bambino può indirizzare le proprie emozioni in un circolo virtuoso,al contrario se il contesto non è sereno non si ha un libero sviluppo della creatività.Tale situazione potrebbe generare gravi problemi nel bambino,per esempio disturbi della personalità,incapacità di esprimere le proprie emozioni.

La creatività è una componente fondamentale nello sviluppo del bambino!