martedì 30 dicembre 2008

L' espressione creativa con la voce umana

Il bambino è portato, in modo spontaneo, a rielaborare le espressioni che gli vengono dalla realtà riesprimendole mediante un’azione imitativa della realtà stessa.
L’azione, pur essendo il mezzo di espressione preferito, a volte non è sufficiente a esteriorizzare tutto ciò che è in lui: quindi il bambino associa all’atto la parola con la quale integra e completa la sue abilità.
Il bambino contemporaneamente agisce, parla, recita e racconta; la parola, accompagna, a volte senza necessariamente integrarla, l’azione che il bambino compie e ne rende più intensa la sua partecipazione.
Il gioco di espressione attraverso la parola è indipendente dall’uso funzionale del linguaggio e si verifica già attorno ai 3/4 anni.
Come il gioco d’azione, può essere osservato ed aiutato ad espandersi mediante interventi vigili, rispettosi e poco invasivi, dell’adulto.
Occorre far si che mediante sapienti manipolazioni ( sostituzione di sostantivi, variazioni di azioni e tempi verbali, aggiunta di aggettivi o avverbi … ) di giochi cantati, rime, assonanze, conte, che il bambino, da ripetitore passivo, diventi produttore attivo, che scopra quindi tra le sue possibilità espressive anche quella vastissima dell’uso della "produzione orale".
Nel mondo infantile, parole, ritmo, canto stanno facilmente associate: tra filastrocche e cantilene per il bambino non c’è molta differenza, quindi nell’invito a parlare per lui può essere implicito anche l’invito a cantare.
Giocare una canzone significa animarla con un ritmo
, con l’interpretazione mimica, con i rumori, con la danza: è nostro interesse che il bambino si esprima in modo attivo e personale, osserviamo le sue espressioni e valorizziamole tutte, cercando di non conformarlo ai nostri desideri.

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