martedì 30 dicembre 2008

Lo sviluppo del bambino

Lo "sviluppo" può essere definito come la modificazione strutturale e funzionale di un organismo che abbia carattere permanente. Questi cambiamenti seguono un percorso lineare ma discontinuo ed alcuni di essi sono abbastanza netti da poterli suddividere in Fasi, prevedibili ed uguali per qualsiasi individuo e come tali soggette a leggi generali.
Lo sviluppo è biologico e psicologico:
- il primo è endogeno e indipendente dall'ambiente fisico, che può però, in certi casi estremi, inibirlo o bloccarlo, ma anche accelerarlo;
- lo sviluppo psicologico è invece frutto di un processo interattivo che deriva dal legame e dall'incontro tra ambiente ed organismo.
L'essere umano non smette mai di evolversi, anche se in certi casi e periodi della vita lo sviluppo è molto rapido e caratterizzato da stadi chiari e distinti.
All'inizio dell'esistenza lo sviluppo è uguale per tutti, mentre con il trascorrere degli anni esso conosce una certa irregolarità, poiché risulta sempre più influenzato da fattori variabili esterni, come per es. le esperienze sociali e le scelte lavorative.
Appena nati la crescita corporea è molto veloce, così come quella neuro-psichica. Lo status funzionale del primo mese di vita è particolarmente importante anche dal punto di vista della capacità di sentire e di elaborare percettivamente gli stimoli.
Lo studio della progressione delle capacità motorie in rapporto all'età è un valido criterio per diagnosticare la regolarità dello sviluppo e la buona salute del bambino. Questo criterio utilizza scale di misura che sostanzialmente operano un confronto tra quello che il bambino fa e quello che un pari età medio-normale è in grado di fare.
Allo sviluppo senso-motorio segue quello intellettivo.
La teoria piagetiana (v. par. successivo) ritiene che lo sviluppo cognitivo dipenda dall'interazione adattiva dell'organismo con l'ambiente, ma allo stesso tempo anche la maturazione biologica e la trasformazione della struttura dell'organismo hanno un ruolo importante, tramite leggi proprie interne indipendenti dalle sollecitazioni esogene e dagli apprendimenti.
Tra i due ed i sei anni si assiste ad un grande sviluppo delle capacità di uso del linguaggio, che, attraverso un'ampia linea evolutiva, permettono al bambino di arrivare a padroneggiare il linguaggio verbale.
Questa linea è costituita da un avvicendarsi di manifestazioni, evidenti soprattutto lungo l'arco dei primi quattro anni di vita, alla fine delle quali il bambino possiede un sistema linguistico che presenta, pur con le dovute differenze, molti punti di contatto con quello degli adulti.
In particolare, si passa dallo stato iniziale prelinguistico , comprendente emissioni sonore che rimandano a stati fisiologici o che sono prodotte da impulsi motori casuali, a quello in cui i suoni vengono utilizzati come segnali per gli adulti. Intorno al sesto mese compare la cosiddetta "lallazione", ovvero sono ripetuti in continuazione gruppi sonori simili a sillabe. Le tappe successive più importanti sono rappresentate dall'apparire, verso i dodici mesi, delle prime parole e dall'aumento del loro numero (più di 3 e meno di 50).
A diciotto mesi compaiono frasi formate da combinazioni di due o più termini ed è in questo periodo che si ha, nello sviluppo linguistico, una fase monoverbale detta protolinguistica , dove inizia l'intento comunicativo del bambino che si esprime con una parola alla volta.
A due anni si assiste ad un arricchimento del vocabolario e le frasi in certi casi sono addirittura composte da cinque parole.
A tre anni il patrimonio lessicale giunge ad un migliaio di parole, pronunciate quasi sempre in modo molto chiaro, mentre dopo i quatto anni le trasformazioni si fanno meno evidenti, ma continuano a prodursi ed a operare.
Il linguaggio verbale diventa così uno mezzo particolarmente duttile, in grado di permettere l'espressione di qualsiasi contenuto di pensiero e di svolgere l'importante funzione di strumento essenziale del processo di socializzazione attraverso cui il soggetto diventa membro attivo della società.

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