martedì 30 dicembre 2008

L'espressione col gesto grafico

Dopo i 2 anni facilmente il bambino usa per giocare matite e pennarelli: giocare a scrivere, giocare a dipingere, per la gioia del movimento nuovo, per la meraviglia dei suoi effetti, per l’innata necessità di imitare tutto ciò che gli adulti fanno.
Nel bambino esiste un bisogno imperioso di lasciare tracce grafiche.
In un primo momento, il bambino usa i tratti grafici solo per soddisfare questo impulso: non conosce e non frutta le possibilità contenute nell’atto grafico ed il materiale tracciante ed il supporto accogliente segnalano l’esistenza di un piccolo uomo, ma non sono espressione del suo io.
Per arrivare a ciò occorre l’intervento di un educatore attento che sappia:
dare importanza ai disegni occasionali
fornire materiali vari, utili e motivanti
rispettare le scelte, i modi, i tempi di lavoro anche con la creazione di appositi spazi
che sappia osservare il bambino restando a sua disposizione, ma senza predominarlo.
Osservare senza imporsi , ma proponendosi rappresenta la giusta mediazione per far si che il disegno da gioco libero si trasformi gradualmente in attività creatrice, per scoprire la gioia della conquista e del dominio del mezzo, permettendo alla immagini ed alla fantasie interiori di realizzarsi in segni/forme che le esteriorizzino e le conservino.
Lo scopo dell’insegnante è aiutare il bambino ad espandere il proprio io ed a crescere per far ciò occorre preparare gradualmente il bambino ad acquisizioni tecnica manuali concretizzando il nostro "intervento" con esempi pratici: come è meglio impugnare un pennello, quali colori usare per differenti superfici, osservare la realtà delle cose … .
Sono interventi che non soffocano la libera espressione del bambino, ma che offrono dei sostegni e degli esempi pratici per far si che da ogni bimbo esca, sotto forma "d’arte", ciò che è entrato in lui.

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